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lunedì

Tutela dei Lavoratori Precari.

I fatti storici narrano che in passato vi era una tutela particolareggiata del mondo del lavoro, e l’attenzione cadeva prima di tutto sul lavoratore.



Questo principio ( tutela del lavoratore ) è frutto di conquiste del passato; passato che ha assistito a guerre e crisi economiche al pari del presente.



Detto principio (tutela del lavoratore), è stato ritenuto il più importante dai padri della costituzione.



Oggi questo principio è stato calpestato, distrutto, sgretolato, offuscato, cancellato per scriverne un altro altrettanto importante, ma certamente particolareggiato.

Parliamo della tutela del mondo dell’alta finanza.

Tutti complici di questa metamorfosi del diritto.

Tutti coscienti, di rivolgere l’attenzione al mondo dell’impresa a scapito del mondo del lavoro.

Tutti convinti, che il futuro necessiti a differenza del passato di una particolare attenzione dei costi dell’impresa.

Si è anche affermato che la tutela dell’impresa è fattore di crescita e sviluppo di una nazione e di una popolazione.

Questo è il nuovo principio che padroneggia in Europa, e che in Italia ha permesso di creare norme che prevedessero contratti atipici, flessibili, anomali, a termine, giornalieri, a progetto, distruggendo il diritto alla stabilità e al lavoro, ma anche alla vita e alla crescita economica di un paese.

E’ giusto ricordare a tutti che senza prospettive non c’è futuro.

In nome di detto principio si sfrutta il lavoratore e il suo lavoro per mezzo d’imprese intermediarie di vario genere ( interinali, cooperative, società di servizi), solo a scapito del lavoratore, e della sua stabilità.

Oggi la crisi globale costringe, nell’ottica di una gestione imprenditoriale delle istituzione, a tagli dei costi.

Giustamente l’Europa impone tagli dei costi.

Ma nessuno ha mai imposto di tagliare il costo del lavoro, di sgretolare le fondamenta della costituzione, di eliminare la funzione istituzionale della pubblica amministrazione e dei servizi sociali, per cederli all’alta finanza.

E’ semplice, oggi mandare a casa 650.000 lavoratori, precari con contratti a termine.

Facile grazie a chi ha cancellato i diritti dei lavoratori.

Certamente sarà altrettanto facile appaltare i servizi e sottopagare gli addetti.

Ma nonostante questa particolare tutela nei confronti dell’alta finanza la crisi globale ha cancellato imprese e posti di lavoro.

Nonostante la flessibilità del lavoro le imprese continuano a chiudere e l’economia nazionale non riparte.

Dunque oggi tutti, dobbiamo prendere coscienza che la metamorfosi dei diritti dei lavoratori in diritti dell’alta finanza, è fallita.

I padri della nostra costituzione avevano visto bene, non vi è crescita economica senza adeguata tutela del lavoratore.

Ciò detto allora sembra illogico continuare una strada che già ora ci fa intravedere la meta.

Già ora registriamo una disoccupazione alta e un’economia stagnante.

I padri delle discipline economiche insegnavano che in momenti di crisi, per assurdo, è importante mantenere alto il livello occupazionale.



Dunque se l’economia non riparte, risulterà deleterio ridurre ulteriormente il livello occupazionale.



E’ impensabile e scandaloso impedire la stabilizzazione dei precari della P.A. ( scuola, sanità, ministeri, ecc).

E’ evidente che la tutela del lavoro di infermieri precari, medici precari, insegnanti precari, è oggi importante, anche in virtù del buon andamento della P.A., in nome di una solida ed efficiente continuità, che ad esempio in sanità, si chiama continuità assistenziale.

Concludendo, sarebbe proficuo rivedere la normativa vigente prevedendo:

1. Continuità di lavoro;

2. Stabilizzazione dei lavoratori precari;

3. Una corsia preferenziale per i lavoratori che hanno già lavorato in P.A. con incarichi della stessa natura;

4. Eliminare le molteplici forme contrattuali di lavoro, che creano per il lavoratore, precarietà.