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sabato

Il programma delle otto R


Fonte: http://www.decrescita.it/joomla/index.php/component/content/article/2-il-programma-delle-otto-r

La “società della decrescita” presuppone, come primo passo, la drastica diminuzione degli effetti negativi della crescita e, come secondo passo, l’attivazione dei circoli virtuosi legati alla decrescita: ridurre il saccheggio della biosfera non può che condurci ad un miglior modo di vivere. Questo processo comporta otto obiettivi interdipendenti, le 8 R: rivalutare, ricontestualizzare, ristrutturare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare. Tutte insieme possono portare, nel tempo, ad una decrescita serena, conviviale e pacifica.  

da una proposta di Osvaldo Pieroni al Forum delle ONG di Rio

Rivalutare. Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono esser cambiati. L’altruismo dovrà prevalere sull’egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull’ossessione del lavoro, la cura della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, il bello sull’efficiente, il ragionevole sul razionale. Questa rivalutazione deve poter superare l’immaginario in cui viviamo, i cui valori sono sistemici, sono cioè suscitati e stimolati dal sistema, che a loro volta contribuiscono a rafforzare.

Ricontestualizzare. Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità, creando artificialmente mancanza e bisogno, attraverso l’appropriazione della natura e la sua mercificazione.

Ristrutturare. Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da orientarli verso una società di decrescita. Quanto più questa ristrutturazione sarà radicale, tanto più il carattere sistemico dei valori dominanti verrà sradicato.

Rilocalizzare. Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Di conseguenza, ogni decisione di natura economica va presa su scala locale, per bisogni locali. Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico).

Ridistribuire. Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti. Predare meno piuttosto che “dare di più”.

Ridurre. Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta. La potenza energetica necessaria ad un tenore di vita decoroso (riscaldamento, igiene personale, illuminazione, trasporti, produzione dei beni materiali fondamentali) equivale circa a quella richiesta da un piccolo radiatore acceso di continuo (1 kw). Oggi il Nord America consuma dodici volte tanto, l’Europa occidentale cinque, mentre un terzo dell’umanità resta ben sotto questa soglia. Questo consumo eccessivo va ridotto per assicurare a tutti condizioni di vita eque e dignitose.

Riutilizzare. Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti e la continua “tensione al nuovo”.

Riciclare. Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.
 
Autore: Serge Latouche

venerdì

Crisi: dramma di disperazione 3 disoccupati suicidi a Civitanova



(AGI) - Pesaro, 5 apr. - Dramma della disoccupazione a Civitanova Marche: tre persone - una coppia di coniugi e il fratello della donna - si sono tolte la vita nel giro di poche ore. Marito e moglie si sono suicidati impiccandosi nel garage di casa. L'uomo, un esodato di 62 anni e la moglie, una pensionata di 68, erano entrambi senza piu' un lavoro. Sulla morte della coppia stanno indagando i carabinieri, che al momento tengono uno strettissimo riserbo. Sono stati i vicini a dare l'allarme: sul posto, in via Calatafimi, sono al lavoro gli inquirenti. Poco piu' tardi anche il fratello della donna si e' tolto la vita. Il suo corpo e' stato ripescato nelle acque antistanti il molo sud del porto di Civitanova: anche lui e' un pensionato, 73 anni, con un passato da opraio nel settore calzaturiero. Viveva nell'abitazione adicente a quella della coppia. Secondo quantro si e' appreso, quando l'uomo e' arrivato sul luogo del duplice suicidio, non avrebbe retto al dolore. Alla base del suicidio della coppia ci sarebbero le difficolta' economiche a cui Romeo e Anna dovevano far fronte.
  Secondo quanto appreso, entrambi tiravano avanti con la piccola pensione della donna, artigiana in pensione, perche' il marito non aveva alcun lavoro dopo l'ultima esperienza come operaio a partita iva per un'impresa edile. Troppo poco per le spese quotidiane e l'affitto di casa. I due non avevano figli. Sempre secondo quanto si apprende, la coppia avrebbe lasciato sull'auto di una vicina di casa un foglio con su scritto "Scusaci per quello che abbiamo fatto".
  Secondo gli inquirenti, nesun dubbio che si tratti di un suicidio. Questa mattina, intorno alle 8, alcuni vicini, vedendo la porta del garage aperta, hanno scoperto cosa era successo e chiamato i carabinieri e il soccorso del 118, ma i due erano gia' morti. (AGI) .

Amici oggi volevo ricordarvi che la casta dopo il MES, il FMI ed il pareggio di bilancio, è stato approvato,il regolamento per il rafforzamento della governance dell’UE che introduce un nuovo fondo, l’ERF – il Fondo Europeo di Redenzione (o Riscatto). L’Italia dovrebbe partecipare al fondo con la quota più grande (40%). Per coprire il fondo dell’ERF, l’Italia potrebbe essere costretta a cedere il gettito delle imposte nazionali, a vendere patrimonio pubblico, a dare in pegno le proprie riserve auree e di valuta estera. Così di male in peggio. A breve ci troveremo di fronte ad uno stato che potrà imporre qualsiasi provvedimento per realizzare il pareggio di bilancio; il cui raggiungimento sembra essere un utopia se pensiamo a come è creata la moneta (dal debito).

ERF: il Fondo Europeo di Redenzione
BY ALTRIMONDI –


Dopo il MES il Meccanismo Europeo di Stabilità, il FMI ed il il pareggio di bilancio, l 13 giugno scorso il Parlamento europeo ha approvato, con il voto su due risoluzioni, il regolamento per il rafforzamento della governance dell’UE.

La prima risoluzione (clicca qui), denominata Gauzes, dal nome del relatore, è stata approvata con il 73% dei voti a favore (qui è possibile vedere il dettaglio) e ha messo nero su bianco l’assoggettamento a tutela giuridica di uno Stato membro (a decorrere dal 2017). Ciò significa che ‘le autorità dello Stato membro interessato attuano le misure raccomandate (dalle istituzioni europee, NdA) relative all’assistenza tecnica (…) e presentano alla Commissione un piano di ripresa e di liquidazione dei debiti per approvazione.”  Cioè il Governo nazionale perde ogni tipo di potere decisionale e operativo; in altre parole lo Stato è privato totalmente della propria sovranità. Potremmo dire che è commissariato, occupato dall’esercito della grande finanza internazionale.

La seconda risoluzione denominata Ferreira (clicca qui), è stata approvata con il 74% dei voti favorevoli (vedi qui),e introduce un nuovo fondo, l’ERF – il Fondo Europeo di Redenzione (o Riscatto). L’articolo 6 quinquies definisce il provvedimento, inquietante: ‘al fine di ridurre il debito eccessivo nell’arco di un periodo di 25 anni’. Gli Stati membri dovrebbero trasferire ‘gli importi debitori superiori al 60% del PIL all’ERF nell’arco di un periodo di avviamento di 5 anni’, attuare ‘una strategia di consolidamento di bilancio e un’agenda di riforme strutturali’, costituire ‘garanzie per coprire adeguatamente i prestiti concessi dall’ERF’, ridurre ‘i rispettivi disavanzi strutturali durante il periodo di avviamento per rispettare le norme di bilancio’.
Secondo gli analisti tedeschi, l’Italia dovrebbe partecipare al fondo con la quota più grande (40%), ovvero oltre 950 miliardi di euro e p Per coprire il prestito dell’ERF, l’Italia potrebbe essere costretta a cedere (almeno per 25 anni) una frazione più o meno cospicua del gettito delle imposte nazionali, a vendere una parte del patrimonio (asset) pubblico, a dare in pegno le proprie riserve auree e di valuta estera.

Ci troviamo quindi all’interno di un circolo vizioso: per il ripianamento del debito pubblico l’Italia si troverebbe costretta a fare ricorso ad altro debito e come garanzia ci penseranno le nostre tasse,  il patrimonio del nostro paese, e perciò il benessere ed i servizi dei cittadini. Ci troveremo di fronte ad uno stato che potrà imporre qualsiasi provvedimento per realizzare il pareggio di bilancio; il cui raggiungimento sembra essere un utopia se pensiamo a come è creata la moneta (dal debito).

mercoledì

Banking Reform - Cominciamo alla radice



Mon, 11 Mar 2013 da Money positivo2 Commenti

Un  articolo della BBC  in data 11 marzo 2013 prevede che 'le riforme proposte dal governo del settore bancario ancora non vanno abbastanza lontano, secondo una commissione bancaria istituita sulla scia dello scandalo Libor.'

L'articolo passa poi a riferire:

'Autorità di regolamentazione devono essere in grado di imporre una divisione completa di servizi bancari al dettaglio e gli investimenti in tutto il settore, ha detto.

Il governo aveva respinto questa particolare opzione, ma ha adottato altre proposte dalla commissione.

La Commissione parlamentare per gli standard bancari, diretto da Andrew Tyrie, aveva raccomandato il potere di "elettrificare l'anello-fence" se le banche non attuare le riforme.

Mr Tyrie ha detto: "Il governo ha respinto una serie di raccomandazioni importanti. Abbiamo concluso che gli argomenti del governo sono inconsistenti. '

Il denaro positivo ritiene che ci sia un problema fondamentale con il sistema, che non può essere fissato a lungo, cercando in sintomi superficiali.

La radice del problema è che le banche private sono legalmente autorizzati a espandere l'offerta di moneta attraverso l'emissione di debito.

Il denaro positivo ha trascorso gli ultimi due anni di ricerca più grandi difetti nel sistema bancario, e lo sviluppo di proposte per riformare il sistema bancario e monetario. Se attuata, queste proposte non solo rendere più sicuro il settore bancario, ma anche tradursi in molti  altri impatti positivi sull'economia in generale.

Le riforme di denaro positivo sarebbe:

1. Creare una  fornitura stabile di moneta  che non si basa sul debito, non emessi da banche private e non dipende dal comportamento di prestito delle banche. Fare queste modifiche avrebbe protetto l'economia dagli bolle creditizie e scricchiolii di credito che hanno causato così tanti problemi nel corso degli ultimi anni.

2. Creare un'economia in cui gli imprenditori, innovatori e  l'economia reale può prosperare  da - per quanto possibile - assicurare che degli investimenti alle imprese, scienza e tecnologia, piuttosto che in bolle dei prezzi delle attività o la speculazione dei mercati finanziari.

3. Ridurre il peso del personale, delle famiglie e il debito pubblico.

4. Riallineare rischio e rendimento , in modo che coloro che traggono vantaggio dal rialzo di investimenti a rischio anche stare a prendere il lato negativo.

5. Fornire una struttura di bancario che  consente alle banche di fallire , non importa la loro dimensione. Con l'attuale struttura del sistema bancario nessuna banca di grandi dimensioni può essere consentito di fallire, per farlo sarebbe anche portare l'intero sistema dei pagamenti, lasciando milioni di persone che non hanno accesso al denaro. Naturalmente, i cambiamenti delineati effettivamente ridurre il rischio di fallimento della banca, che fornisce una protezione aggiuntiva dei risparmiatori.

I principi del sistema monetario positivo sono i seguenti:

1. BANCHE PRIVATE NON SARÀ IN GRADO DI CREARE SOLDI

Attualmente il denaro che usiamo per la maggior parte delle operazioni è costituito da depositi bancari creati dalle banche quando concedono prestiti. Questi depositi - i numeri che appaiono nel tuo conto in banca - sono le voci contabili e una responsabilità contabile (come una cambiale) dalla banca al cliente. Poiché le banche possono creare questi depositi attraverso il processo contabile che usano quando fanno prestiti, ciò significa che la maggior parte del denaro nella nostra economia (oltre il 97%) è costituita da questa banca-denaro emesso. La riforma dovrebbe convertire questi depositi nei bilanci delle banche in un conto presso la Banca d'Inghilterra, nel processo trasformandoli da una passività delle banche ai loro clienti ad un equivalente digitale di denaro contante. Invece di conto corrente di un cliente che rappresenta una cambiale o di promessa di pagamento da parte della banca, rappresenterebbe moneta elettronica detenuta presso la Banca d'Inghilterra. Come risultato di non essere in grado di creare depositi a vista che possono essere utilizzati come denaro, banche perderebbe la capacità di creare denaro.

2. CREAZIONE SOLDI DA DARE UN CORPO responsabile e trasparente

La Banca d'Inghilterra sarebbe poi assumere il ruolo di creare il nuovo denaro che l'economia richiede ogni anno per eseguire senza problemi. Il compito di decidere quanto denaro verrà iniettato nell'economia sarebbe stata presa dal Comitato per la creazione di moneta (MCC), che sostituisce la Banca d'Inghilterra comitato esistente politica monetaria. Il MCC sarebbe completamente separata e isolata da ogni tipo di controllo politico o di influenza - vale a dire il governo eletto non sarebbe in grado di specificare la quantità di denaro che dovrebbe essere creato, al fine di evitare conflitti di interesse e abuso del potere di creare denaro per fini politici.

3. Il denaro è solo da creare quando l'inflazione è bassa e stabile

Il MCC creerebbe denaro in linea con gli obiettivi di inflazione fissati dal governo. Un aumento dell'inflazione al di sopra di questo obiettivo avrebbe visto la MCC minore è la quantità di denaro che ha creato, e forse smettere di creare i soldi tutti insieme.

4. Appena creato SOLDI PER ENTRARE NEL ECONOMIA PRIVI DI QUALSIASI DEBITO CORRISPONDENTE

Al momento della decisione di aumentare l'offerta di moneta, la MCC avrebbe autorizzato la Banca d'Inghilterra per creare la nuova moneta, aumentando l'equilibrio del governo 'Account governo centrale'. Questo denaro appena creato sarebbe a fondo perduto e, pertanto, senza debiti. Il denaro appena creato sarebbe poi si aggiunge alle entrate fiscali e distribuiti secondo manifesto il governo eletto e le priorità.

5. Appena creato SOLDI PER ACCEDERE TRAMITE L'ECONOMIA REALE INVECE DEI MERCATI FINANZIARI

Denaro di nuova creazione può essere utilizzato per aumentare la spesa pubblica, per pagare il debito pubblico, ridurre le tasse o pagare dividendi dei cittadini. La giusta combinazione di queste opzioni dipende interamente il governo eletto del giorno.

6. BANCHE PER I SINGOLI controllo su come il loro denaro viene investito

Se un individuo vuole investire il proprio denaro (cioè per dare a qualcun altro), allora avranno la scelta, in termini molto generali, su dove il loro denaro viene investito. Ad esempio, i clienti possono essere offerto un conto di investimento che dirige fondi alle piccole e medie imprese, o alle energie rinnovabili, o di ipoteche, ecc L'effetto è quello di democratizzare finanza, in modo che gli investimenti delle banche e le decisioni di prestito inizia a riflettere la le priorità dei loro clienti e, di conseguenza la società in generale.

Qui  potete leggere la proposta di riforma del sistema bancario in Plain English: http://www.positivemoney.org/wp-content/uploads/2013/03/Positive-Money-Reforms-in-Plain-English.pdf

Non dimenticate che verrete davanti al Padre Celeste e gli parlerete di voi.



Messaggio dato dalla Madonna il 2 Aprile 2013 a Mirjana:

Cari figli, vi invito ad essere nello spirito una cosa sola con mio Figlio.
Vi invito affinché, attraverso la preghiera e per mezzo della Santa Messa, quando mio Figlio si unisce a voi in modo particolare, cerchiate di essere come Lui.
Affinché siate, come Lui, sempre pronti a compiere la volontà di Dio, e non a chiedere che si realizzi la vostra.
Perché, figli miei, per volontà di Dio siete ed esistete ma, senza la volontà di Dio, siete un nulla.
Io, come Madre, vi chiedo di parlare della gloria di Dio con la vostra vita, perché in questo modo glorificherete anche voi stessi, secondo la sua volontà.
Mostrate a tutti umiltà ed amore verso il prossimo.
Per mezzo di questa umiltà e di questo amore, mio Figlio vi ha salvato e vi ha aperto la via verso il Padre Celeste.
Io vi prego di aprire la via verso il Padre Celeste a tutti coloro che non l'hanno conosciuto e non hanno aperto il proprio cuore al suo amore.
Con la vostra vita aprite la via a tutti coloro che stanno ancora vagando in cerca della verità.
Figli miei, siate miei apostoli che non hanno vissuto invano.
Non dimenticate che verrete davanti al Padre Celeste e gli parlerete di voi.
Siate pronti!
Di nuovo vi ammonisco: pregate per coloro che mio Figlio ha chiamato, ha benedetto le loro mani e li ha donati a voi.
Pregate, pregate, pregate per i vostri pastori.
Vi ringrazio.

lunedì

Il signoraggio bancario

Cancellare il debito? Si può, secondo due economisti del FMI.
fonte: http://www.lastampa.it/Page/Id/1.0.582846435
MARIA GRAZIA BRUZZONE
Eliminare il debito pubblico degli Usa con un colpo, e fare lo stesso con Gran Bretagna, Italia, Germania, Giappone, Grecia eccetera. E nello stesso tempo alimentare la crescita, stabilizzare i prezzi e spodestare i banchieri. In modo pulito e indolore, e più rapidamente di quel che si può immaginare. Con una bacchetta magica? No. Con una legge semplice, ma capace di sostituire l’attuale sistema attraverso il quale a creare denaro dal nulla sono le banche private.  
Un provvedimento che obblighi le banche a una riserva del 100%.  

Non lo propone Beppe Grillo, che pure dal suo blog offre analisi e proposte peraltro mica molto diverse,linkando un sito dove i militanti del M5S trovano bell’e pronto un “Kit” tutto da imparare e divulgare con disegni, tabelle e semplici ma articolate spiegazioni su “Come abbassare il debito” (anche se poi nel Programma del M5S di questi temi non si trova traccia, per ora ).  

Con tutto il rispetto per Grillo& soci, parliamo di cose a ben altro livello. Dello studio di due economisti del Fondo Monetario Internazionale, Jaromir Benes and Michael Kumhof  intitolato The Chicago Plan Revisited. Una proposta rivoluzionaria e "scandalosa" che sta diventando un cult in giro per il mondo, assicura il Telegraph che lo sintetizza, e suscita un dibattito acceso. Il che è già un sintomo della sua attualità.  

Un mondo in debito. Che il sistema economico (capitalistico) sia inceppato lo segnala un dato: il debito globale è arrivato all’esorbitante somma di $200 trilioni (200mila miliardi), mentre il PIL del mondo è inferiore ai $70 trilioni. Vale a dire che il rapporto debito/ PIL globale rappresenta il 300% del PIL. E a detenere questa immensa montagna di debito - che continua a crescere - sono più le economie avanzate che i paesi in via di sviluppo.  
Il cuore e la croce del problema è quindi in Giappone, Usa e in buona parte dell’Europa (compresa l'Italia dove gli enormi interessi sul debito continuano...ad accrescere il debito, in un circolo vizioso). 
Di qui il dibattito. “Catalizzato a sorpresa dal FMI, che ha rispolverato una vecchia idea: semplicemente cancellare il debito, farlo sparire”, osserva Zerohedge, con vari link.   

Allarme & Contrordine del FMI. A scatenare il recente dibattito è stato in realtà l’ultimo Rapporto del Fondo Monetario Internazionale, di ottobre, che – come racconta Linkiesta - punta il dito sulle politiche di austerità volte a portare sotto controllo i debiti pubblici. Queste politiche potrebbero portare in recessione le economie, con dei costi politici oltre che economici non indifferenti.  
Le politiche di austerità hanno, infatti, prodotto un effetto indesiderato e imprevisto, ossia una flessione delle economie maggiore delle aspettative.  
Le conseguenze di tagli e aumenti delle tasse deprimono l’economia più di quanto si era calcolato, anche perché la politica monetaria è già espansiva, sostiene l’FMI nel suo rapporto.  
 (Sì, avevano sbagliato i calcoli, il post tenta anche di spiegare come e perché. Come dire che tartassare i cittadini porta benefici relativi all’economia in quanto non innesca ma anzi deprime l’auspicata “Crescita”. Una bella correzione di rotta,  rispetto alle ricette seguite fin qui). (1).  

Non solo. “Il Fondo Monetario e altri di quel giro sarebbero realmente preoccupati dalla prospettiva di un’altra crisi, anche peggiore di quella del 2008. Sembra che il FMI pensi che l’austerità possa essere usata per giustificare la privatizzazione di servizi pubblici e che tagliare il conto dei benefici sia stato eccessivamente enfatizzato, con conseguenze potenzialmente disastrose”. Così Business Insider, ( qui e qui) che riferisce la domanda che aleggia per Wall Street: il debito non lo si potrebbe cancellare?  

Che fare? Ecco quindi la ricerca di nuove idee per frenare questa crescita immane del debito pubblico, particolarmente grave in paesi come Usa e Gran Bretagna che hanno anche messo centinaia e centinaia di miliardi nel tentativo, mica tanto riuscito, di fornire credito per rianimare l’economia ( i cosiddetti QE).  
Non a caso se ne parla ad alto livello proprio a Londra, dove in discussione sono tuttavia varianti meno estreme di quella sostenuta dai due economisti di cui sopra.  

Ad essere dibattuta lì – come racconta l’Linkiesta - è la possibilità/ convenienza di cancellare il debito pubblico in mano alla banca centrale inglese, la Bank of England, che è pari al 25% del debito emesso. Cancellandolo, si pagherebbero molto meno interessi, si libererebbe liquidità e si potrebbe rendere meno dura l’austerità. Il dibattito ferve sull’autorevolissimo Financial Times ( qui),  su Alphaville, noto blog dello stesso FT, e ancora qui. Con una prevalenza di contrari, par di capire.  

Il piano rivoluzionario. Ma torniamo alla ben più radicale proposta dei due economisti del FMI. Il lavoro è intitolato " The Chicago Plan Revisited" in quanto rilancia e approfondisce il Chicago Planoriginario di altri due economisti, Henry Simons della Chicago University – culla del liberismo - e Irving Fisher, nel bel mezzo della Grande Depressione degli anni Trenta. Lo riassume bene il Telegraph citato, dove Ambrose Evans-Pritchard segnala anche favorevoli e contrari.  

Cancellare il 100% del debito. “Il trucco è rimpiazzare il nostro sistema dove il denaro è creato da banche private – per il 95-97% della disponibilità di denaro - con denaro creato dallo Stato. Vorrebbe dire tornare alla norma storica, prima che il re inglese Carlo II mettesse in mani private il controllo del denaro disponibile”. Nel 1666.  

“Significa un assalto alla ‘ riserva frazionale’ delle banche (termine che ricorre da tempo su blog considerati cospirazionisti che parlano di ‘ signoraggio’). Se i prestatori vengono forzati ad avere il 100% di riserve proprie dietro i depositi e i prestiti, perdono l’esorbitante privilegio di creare denaro dal nulla.  

La nazione riguadagna il controllo sulla disponibilità di denaro in giro. Non ci sono più corse agli sportelli e si riducono i perniciosi cicli di espansione/contrazione del credito”.  

Un po’ di Storia. “Gli autori del primo Piano di Chicago avevano pensato che i cicli di espansione/contrazione del credito portano a una insana concentrazione di ricchezza. Avevano visto nei primi anni Trenta i creditori pignorare gli agricoltori ridotti sul lastrico, accaparrarsi le loro terre o comprarsele per un pezzo di pane.  

Oggi, gli autori della nuova edizione di quel piano sostengono che il trauma del ciclo di credito che si espande/contrae – causato dalla creazione privata del denaro – è un fatto storico che si ritrova già coi giubilei del debito nell’antica Mesopotamia, e nell’antica Grecia, e a Roma, a un certo punto(2).  

Il controllo sovrano (dello Stato) o del Papa sulla moneta corrente rimase tale (in Gran Bretagna) per tutto il Medio Evo, fino al 1666, quando è cominciata l’era dei cicli di espansione/contrazione. Certo, si aprì la strada alla rivoluzione agricola e subito dopo alla rivoluzione industriale al più grande balzo economico e industriale mai visto. Ma non cavilliamo” ironizza il Telegraph, che non prende partito (3).  

I miti. E’ un mito – divulgato innocentemente da Adamo Smith – che il denaro si sia sviluppato come mezzo di scambio basato sull’oro, o legato ad esso, dicono gli economisti del FMI.  
Come è un mito, puntualizza lo studio degli economisti del FMI, quel che si impara sui libri, che sia la Fed, la banca centrale americana, a controllare la creazione di denaro.  

In realtà il denaro è creato al 95-97% dalle banche private. Attraverso i prestiti.  
Le banche private infatti non fanno prestiti in quanto hanno depositi in denaro. Il processo è esattamente il contrario, spiega un post di istockanalyst, che ci pare molto ben fatto.  

Ogni volta che una banca fa un prestito, scrive nel computer il credito (più gli interessi) e nel suo bilancio la passività corrispondente. Ma di quel denaro che presta la banca ne ha una minima parte. Se lo fa prestare da un’altra banca, o dalla banca centrale. E la banca centrale a sua volta crea dal nulla il denaro che presta alla banca.  
Nel sistema attuale infatti la banca non è obbligata ad avere riserve proprie altro che per una frazione minima di quello che presta.  
In un sistema a “riserva frazionale” ad ogni denaro creato dal nulla corrisponde un debito equivalente. Il che produce un aumento esponenziale del debito, fino al punto che il sistema collassa su sé stesso.  

Gli economisti del FMI, rovesciano la situazione. La chiave è la separazione netta fra quantità di denaro e quantità di credito, fra creazione di moneta e crediti.  
I prestiti sarebbero interamente finanziati da riserve, ovvero guadagni accantonati. Vale a dire che i prestatori (le banche) non potrebbero più creare nuovi depositi dal nulla ovvero generare i loro finanziamenti attraverso i prestiti, un privilegio straordinario ed esclusivo, negato ad altri business.  

Le banche diventerebbero quel che erroneamente si crede che siano, puri intermediari che devono procurarsi all’esterno i loro fondi per essere in grado di fare prestiti.  

La Fed – la banca centrale Usa - si approprierebbe per la prima volta del controllo sulla disponibilità di denaro, rendendo più facile gestire l’inflazione.  

Di fatto, viene osservato, la banca centrale verrebbe nazionalizzata diventando una branca del Tesoro (ora la Fed fa capo a banche private). E il debito nazionale si trasformerebbe in un surplus. Le banche private dovrebbero infatti prendere a prestito riserve per compensare le eventuali passività.  
Lo Stato non sarebbe più debitore, ma diventerebbe un creditore, in grado di acquistare il debito privato, assicurano gli economisti, che hanno fatto calcoli complicatissimi con metodi iper moderni, viene detto.  Anche il debito privato verrebbe così cancellato.  

Non c’è da stupirsi se già l’originario Chicago Plan, per quanto deliberato da commissioni del Congresso americano, non divenne mai legge, a dispetto del fatto che a caldeggiarlo furono ben 235 economisti accademici, allora e anche nel dopo guerra, compresi il liberista Friedman (nel 1967) e Tobin (il padre della Tobin tax, nel 1985), mentre allora Keynes, il padre di politiche economiche che passano per “stataliste”, lo osteggiò.  

"In pratica il piano morì per la fortissima resistenza del settore bancario".  
Le stesse banche che oggi recalcitrano davanti agli obblighi di riserva un po’ più alti (ma sempre dell’ordine del 4-6%) imposti dalle regole di Basilea III, comunque insufficienti a fare da deterrente in caso di nuova crisi. Le stesse che spendono miliardi in lobbying e in contributi elettorali ai candidati presidenti. E che davanti al nuovo Chicago Plan minacciano sfracelli e sostengono che “vorrebbe dire cambiare la natura del capitalismo occidentale”.  

Il che forse è vero. Magari però sarebbe un capitalismo migliore. E meno rischioso.  
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NOTE (e scusate la lunghezza del post)  
(1) Ricette allineate a un noto studio della BRI- la Banca dei Regolamenti Internazionali, la banca delle banche - che nel 2010, per arginare i debiti pubblici crescenti nei paesi ricchi, dove la popolazione invecchia di più, suggeriva di tagliare la spesa sociale, pensioni, lavoro, sanità e altri benefici del welfare. Peraltro, in quel rapporto il debito pubblico italiano, per quanto alto, risultava tra quelli meno in aumento.  
(2) I due economisti ricordano il piano di Solone, nell’Atene del 599 A.C, che cancellò i debiti contratti verso gli oligarchi creditori, restituì le terre, fissò i prezzi delle materie prime, e ristabilì la creazione pubblica di moneta esente da debito. E la Lex Aeternia dell’antica Roma nel 454 A.C, mantenuta finché il Senato perse il controllo del denaro.  
(3) In realtà già a fine ‘800 ci fu un ciclo negativo, poi la Prima Guerra Mondiale, la Grande Depressione – a cui tentarono di reagire gli economisti del Chicago Plan - finita di fatto con la Seconda Guerra Mondiale e l’espansione seguente, quindi ancora varie crisi, sempre più ravvicinate, fino a quella odierna, più grave perché globale e favorita da regole alla finanza sempre più lasche.