Visualizzazioni totali

mercoledì

Ora è ufficiale, l’Italia torna al nucleare e scatta la protesta

.

Posted: 10 Jul 2009 01:38 AM PDT

cimitero-nucleare

Il Governo ha ottenuto quello che voleva: far tornare l’Italia indietro di 30 anni. E dire che il provvedimento con cui lo fa è soprannominato “ddl sviluppo“. Un po’ come la maggior parte dei provvedimenti presi dal Governo Berlusconi, è una serie di nonsense e controsensi che hanno fatto svegliare addirittura i Governi regionali, di solito occupati dai giochi di potere per protestare con quello nazionale, i quali si sono adirati non poco per essere stati letteralmente “scavalcati” da questa legge.

Il testo passato ieri al senato sancisce in breve pochi punti: in Italia verranno costruite delle centrali nucleari (non si sa ancora se saranno 4 o 5), la locazione sarà decisa dal Cipe e i siti saranno considerati punti di interesse strategico nazionale, che tradotto significa che sarà posto l’esercito a guardia dei siti in costruzione e nessuno potrà avvicinarsi, altrimenti rischia la galera.

Un provvedimento pieno di controsensi dicevamo, ed è complicato spiegarli perché non si sa da dove cominciare. Partiamo con il più evidente. Proprio in questi giorni Berlusconi sta mostrando il suo sorriso a 32 denti a tutti i grandi della Terra, parlando al g8 di energie rinnovabili. Dietro di lui però i suoi collaboratori fanno passare il ritorno al nucleare. Si sa infatti che, prima di tutto, il nucleare non è assolutamente un’energia rinnovabile. L’uranio è in via d’estinzione, e poi la tecnologia non è nemmeno pulita perché le scorie sono le più pericolose al mondo, dato che rimangono attive per milioni di anni. E poi con il ritorno al nucleare potremo dire addio agli investimenti sulle rinnovabili: non ce ne sarà bisogno perché la sufficienza energetica sarà raggiunta, ma poi tra l’altro mancheranno anche i soldi per costruire centrali eoliche e solari.

Il secondo controsenso è che bisogna agire immediatamente sul piano energetico per soddisfare il fabbisogno nazionale senza inquinare, ma le prime centrali nucleari non saranno completate prima di 20 anni, quando ormai probabilmente il mondo avrà già superato il punto di non ritorno. Altro controsenso è che il Governo ci teneva tanto ad avviare il federalismo fiscale, ma poi questa iniziativa bypasserà la volontà dei Governi regionali, prendendo una decisione centralista e autoritaria.

Senza poi considerare i costi, insostenibili da un’economia italiana eternamente in deficit; la pericolosità degli impianti, la cui ricerca in Italia è ferma a 22 anni fa; ed il fatto che in tutto il mondo le centrali nucleari stanno sparendo. Obama si è rifiutato di finanziare le nuove centrali americane e ha annunciato che, alla fine del loro ciclo di vita normale, quelle già esistenti dovranno essere smantellate; la Germania ha avviato un piano per la chiusura graduale di tutte le sue centrali; la Francia, dopo tutti i problemi legati alla centrale di Tricastin, ha deciso di abbandonare il nucleare e tentare la strada delle rinnovabili. Solo l’Italia fa un passo indietro di 20 anni (che quando saranno ultimate sarà un passo indietro di 40 anni), e se ne vanta.

La Puglia è uno dei siti che hanno maggiore probabilità di veder sorgere una centrale nucleare. Ieri il Presidente della Regione Nichi Vendola ha annunciato che si opporrà, e che se la vogliono costruire, dovranno venire con i carri armati. Molti suoi colleghi di altre Regioni lo hanno seguito nella protesta, ma farebbero bene a farlo anche tutti gli altri, lasciar costruire le centrali nucleari in Italia equivarrebbe ad una condanna a morte per il Paese.

Nessun commento: