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lunedì

Finanziamento pubblico ai partiti; qualche numero.




Il finanziamento pubblico è il sostegno all’iniziativa politica come puro finanziamento alle strutture dei partiti presenti in Parlamento, con l’effetto di penalizzare le nuove formazioni politiche.

Nell’aprile del 1993, un referendum abrogativo abolisce il finanziamento pubblico ai partiti, con una maggioranza del 90,3% dei votanti.

Ma solo pochi mesi dopo, il Parlamento dimostra di avere a cuore gli sprechi pubblici: si aggiorna infatti una legge già esistente sui rimborsi elettorali, definita “contributo per le spese”.
Così,  Amato introduce i rimborsi elettorali, specificando che il rimborso non è calcolato in base alle spese effettive, ma moltiplicando il numero degli italiani quale risultava dall’ultimo censimento, compresi i non aventi diritti al voto, per lit 1.600, per poi spartirsi il montepremi in misura proporzionale ai risultati elettorali.

Prodi reintroduce di fatto il finanziamento pubblico ai partiti, prevedendo la possibilità per i contribuenti, al momento della dichiarazione dei redditi, di destinare il 4 per mille dell’imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici.



D’Alema, reintroduce un finanziamento pubblico completo per i partiti.

La legge 157 prevede cinque fondi: per elezioni alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, Regionali, e per i referendum, erogati in rate annuali, per 193.713.000 euro in caso di legislatura politica completa.

Il rimborso in buona sostanza passa da 1.600 a 4.000 lire.

Anno 2002, Berlusconi), cambia la moneta e da 4.000 lire si passa a 5 euro.

L’ammontare da erogare, per Camera e Senato, nel caso di legislatura completa, più che raddoppia, passando da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro.

Nel 2006 Berlusconi precisa che l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva.

Con la crisi del governo Prodi del 2008, i partiti iniziano a percepire il doppio dei fondi, giacché ricevono contemporaneamente le quote annuali relative alla XV e alla XVI Legislatura.

Cioè se non fosse chiaro: fino al 2011 anche l’Udeur di Mastella continuerà a percepire i rimborsi elettorali per la tornata del 2006, mentre i partiti che hanno raccolto almeno l’1% dei consensi stanno prendendo i rimborsi sia relativamente al 2006 che alle elezioni 2008 e sono sistemati fino al 2013.

E poi destra e sinistra mi parlano di spesa pubblica.

Afrei una gran voglia di gridare al mondo intero un gran vaffa....

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