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lunedì

Nicole Minetti non si dimette, vuole il vitalizio.



Nicole Minetti era così in gamba, era una studentessa modello, per questo Berlusconi ha deciso d'inserirla nel listino bloccato del consiglio regionale Lombardia.
Queste sono le conseguenze delle liste calate dall'alto !
Nicole Minetti è stata eletta, ma mai votata dai Lombardi; eletta perché scelta dalla segreteria di un partito, da Berlusconi.
Come lei tanti vecchi della casta continuano a sedere su quelle sedie grazie ai listini bloccati.
Vi spiego come funzione: noi votiamo un nostro amico che conosciamo benissimo. Questo non è eletto per un pugno di voti. Quei voti si sommano al resto dei trombati, consentendo di eleggere solo chi si trova, per volontà delle segreterie dei partiti, nel famoso listino bloccato.
Cosi noi italiani regaliamo circa 800 mila euro alla Minetti e a chi come lei è stata eletta perché  scelta dalle segreterie.
Ora tutti invitano la Minetti a dimettersi, ma lei non molla, vuole il vitalizio.
Ma, io grido a gran voce dimettetevi tutti !!
Tutti gli eletti grazie al listino bloccato devono dimettersi !!
A queste persone il governo Monti e il Presidente della Repubblica devono vietare il vitalizio.
A dir il vero servirebbe un referendum.
Certo è che, la consigliera regionale lombarda, aspetta la pensione da 1.000 euro per dimettersi.
Come lei i parlamentari aspettano ottobre per far cadere il governo.
Tutti attendono di maturare il vitalizio d'oro.
La Minetti ha già imparato i migliori trucchi della Casta, e a quanto pare sarebbe intenzionata a resistere fino a ottobre per maturare il vitalizio che le spetta dopo due anni e mezzo di permanenza in Consiglio.
Quindi, via il listino bloccato dalla prossima riforma elettorale.
Vogliamo avere la possibilità di scegliere tutti i nostri rappresentanti.
Inoltre vogliamo che si metta fine ai doppi, tripli e quadrupli mandati, nei diversi consigli.
Viva le preferenze!!
Reintroducete le preferenze.
Vogliamo le preferenze in un voto proporzionale…… e vinca il migliore in un ballottaggio.
No al collegio uninominale con voto maggioritario.
No alle scelte dall'alto.


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